Cos’è la propagazione dei DNS?

Immagina di avere un sito web con un nome dominio associato ad esso e che tale sito sia ospitato su un server diverso da Flamenetworks. Immagina di voler spostare il tuo sito su flamenetworks e di averci scelto come hosting provider. Intanto grazie e benvenuto.

Per effettuare la migrazione, occorrono le informazioni per il nuovo account, dopodiché ci sarà bisogno di recuperare i file del sito web ed il database di cui avrai fatto una copia di backup, o altrimenti ci si dovrà rivolgere al supporto tecnico del provider da cui stai effettuando la migrazione. Nonostante tutto venga gestito correttamente, i visitatori ancora non riescono a vedere il tuo sito web che si trova sul nuovo hosting digitando la url nella barra degli indirizzi del browser.
Perchè? Perchè quando si completa il trasferimento del nome a dominio, vengono contestualmente modificati anche i Nameservers su cui è attestato il dominio stesso.
Si passa, cioè, dai Nameservers del vecchio Provider ai nostri Nameservers.

A questo punto, la nuova configurazione DNS è correttamente impostata e ogni cosa dovrebbe funzionare, senonché un po’ dappertutto, l’ ISP, i nostri utenti e una serie di altri membri della rete e componenti hardware, conservano ancora le vecchie informazioni rimaste nella cache DNS e dal momento che tutti hanno diverse impostazioni TTL,  sarà necessario anche un tempo diverso per poter vedere le modifiche DNS, allo scopo finale di fornire le informazioni corrette.

Propagazione DNS, cos’è il Time-To-Live (TTL)

Il “Time-To-Live”, o TTL , è un parametro della configurazione di un DNS importante nel caso in cui si voglia cambiare il Nameserver (o server dei nomi).

Il TTL è il tempo, espresso in secondi, per il quale un altro server DNS può ritenere valida l’informazione ricevuta.

Vale a dire che un valore piccolo (ad es. 3.600 secondi, ovvero un’ora) consentirà che un altro server DNS li ritenga validi per un’ora, dopo aver ricevuto i dati di configurazione DNS del vostro dominio; in sostanza, qualunque richiesta gli arrivi al riguardo nell’ora successiva risponderà con la stessa configurazione. Trascorso quel periodo, aggiornerà di nuovo i dati.

In sostanza, un TTL basso garantisce – in linea di principio – un tempo di propagazione minore. Non è però il caso di usare sempre TTL bassi, perché si deve ricorrere ad essi solo in caso di modifiche, mentre nei casi normali di attività vanno usati TTL normali o comunque di default.

Come modificare i DNS per velocizzarne la propagazione?

  • Intervenire un paio di giorni prima della modifica dei DNS,  abbassando il TTL.
    Nei due giorni successivi, la modifica verrà propagata attraverso Internet
  • Effettuate la modifica dei DNS, lasciando il TTL basso
  • Per finire, 36 ore dopo la modifica dei DNS, rialzare nuovamente il TTL

Come accertarsi della propagazione dei DNS?

La propagazione dei DNS non è un fenomeno lineare, ma progressivo cioè a macchia di leopardo. In quanto tale, può risultare difficile da prevedere o anche solo da monitorare.
In rete puoi trovare software che consentono più o meno di effettuare questo tipo di monitoraggio, sulla base del confronto dei dati riportati su alcuni server DNS dislocati in tutto il mondo attraverso controlli con i dati dei “root servers”, ovvero dei server DNS autoritativi.

Il modo migliore per verificare che dalla propria connessione Internet le modifiche DNS siano state “assorbite” è quello di effettuare un “ping” oppure un “nslookup” per verificare quale indirizzo IP corrisponde al dominio.

ping

nslookup

Con queste due semplici verifiche, se sarà a rispondervi il vecchio indirizzo IP, vorrà dire che dal PC le modifiche DNS non sono state ancora prese in carico dai Nameservers del vostro ISP. Se invece vi risponde il nuovo indirizzo IP, allora le modifiche DNS sono state prese correttamente in carico dal vostro ISP e potrete liberamente navigare sul vostro sito web all’interno del nuovo hosting.

Ulteriori strumenti di verifica, meno affidabili delle verifiche precedenti, sono:

I DNS si aggiornano sempre nel modo corretto?

È importante dire che (purtroppo) i singoli server DNS vengono lasciati alla discrezione del relativo hosting provider.
Può verificarsi, per tale motivo, che in alcuni casi non vengano configurati nel modo corretto e che di conseguenza non si aggiornino con la frequenza opportuna.
Se ad esempio un provider aggiorna i propri server DNS solo una volta alla settimana, gli utenti che usano quei server DNS vedranno la nuova configurazione solo giorni dopo, fino a sette per l’appunto nel caso peggiore. In questo caso le parole “tempi di propagazione” vengono usate più che altro come una scusa per giustificare il mancato aggiornamento dei DNS da parte del provider.

One Response

  1. Adam Levine 07/05/2020

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