Elemosinare il consenso altrui

Il web può apparire inospitale, soprattutto se parti dall’idea che sia stato già detto tutto, fatto tutto, scritto tutto. Se credi non ci sia più spazio per fare di meglio, sei come chi alla fine degli anni ’70 era certo che la chitarra elettrica avesse esaurito il proprio potenziale espressivo con Hendrix e che dopo di lui in pratica non ci sarebbe stato più niente da dire.

elemosinare il consenso

elemosinare il consenso

 

La musica e il web hanno in comune l’essere territori sconfinati, in cui le contaminazioni producono innovazione ogni giorno.

Quando prendi atto di questa cosa, smetti di percepirti “piccolo” tra i giganti e cominci a muoverti per capire come salire sulle loro spalle per vedere gli stessi orizzonti. Se però pensi che per “salire sulle spalle” sia opportuno contattare in privato professionisti che NON ti conoscono chiedendo loro di farti una segnalazione positiva su Linkedin, mi corre dirti che la tua idea di come emergere sul web va quantomeno rivista, perché (nessuno si offenda) confondi il valore con l’accattonaggio.

 

Accattoni digitali

Mi rendo conto che il termine è un po’ forte, ma in realtà non voglio esprimere alcun giudizio sulle persone, semmai mi interessa rimarcare quanto la pigrizia mentale conduca a sedersi sull’idea che solo parassitando chi occupa posizioni più elevate, possiamo in qualche modo beneficiare della loro popolarità. La luna è un corpo celeste bellissimo, ma non brilla di luce propria, noi invece siamo qui per emettere la nostra luce, non come la luna per riflettere quella che arriva da altrove.

Siamo qui per trovare la nostra voce, non per riportare i messaggi di altri.

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Ricordo che nel 2009, ottenere 1.000 like su una pagina facebook era facilissimo, bastava invitare più o meno automaticamente tutti gli amici a mettere un mi piace. Ai nostri giorni ottenere lo stesso risultato facendo semplicemente inviti ai propri contatti, produce un tasso di risposta positiva molto (ma molto) basso e un tasso di indignazione molto (ma molto) elevato. Succede perché facebook non è più la novità, ma è la piazza su cui siamo costretti ad essere sempre presenti per via di processi striscianti che generano dipendenza in base a meccanismi di cui oggi non scriverò.

Con tutto il rumore che si è generato, soprattutto con il proliferare di truffatori che trovano in questo terreno l’humus per moltiplicarsi e proliferare, l’idea di avvicinare uno sconosciuto e chiedergli un riscontro positivo al buio non è solo improbabile, è proprio un delirio. I gruppi musicali ti aprono le chat per chiederti un voto utile a vincere il contest che li porterà di suonare gratis in una pizzeria di Ostia. Il gestore della stessa pizzeria darà un like alla pagina del b&b di suo nipote, senza sapere che nelle camere ci sono scarafaggi grossi giusto quanto suo nipote e solo per questo motivo il b&b è sempre pieno!

Non importa che tu sia in buona fede o meno, perché quando certi gesti diventano automatici ci ritroviamo tutti come le scimmie ammaestrate degli esperimenti sul comportamento negli anni ’60. Schiacci il tasto giusto e ottieni una banana. Tutta questa tecnologia… e guarda come siamo finiti.

 

La tua voce

La settimana scorsa dopo una conferenza, un giovane developer mi si avvicinò per chiedermi se fosse possibile sviluppare un blog personale per ottenere visibilità su Google lavorandoci una mezz’ora la domenica pomeriggio. Gli ho risposto con tutta la gentilezza possibile, che tutto si può fare individuando una buona strategia e gli strumenti opportuni, ma che i suoi concorrenti sarebbero senz’altro stati più che felici di sapere che lui curasse il blog per mezz’ora alla settimana.

Tutti noi percepivamo di avere poco tempo già da prima che le tecnologie digitali ci soffocassero tra gattini e video ricette, ma questo non deve diventare una scusa per evitare di esprimere il nostro potenziale, la nostra voce. Può darsi che tu non ne abbia, ma non c’è dubbio che non lo scoprirai mai lavorandoci solo mezz’ora la settimana.

E quindi ti rimangono due scelte, puoi chiedermi di scrivere due righe per te su Linkedin, oppure puoi metterti in gioco sul serio e vedere che succede.

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