Link Building Costosa

Link-Building-COSTOSA

Link building costosa

Nel mare magnum dei consigli su come ottenere (buoni) link in ingresso senza spendere (tanti) soldi, mi fa piacere parlare invece di chi mette in campo l’artiglieria pesante per accrescere la popolarità del suo sito web. Eccoti alcuni spunti per sviluppare una campagna di link building veramente robusta… e magari qualche consiglio per risparmiare qualcosa.

Premessa

La link building allo scopo di migliorare il proprio o l’altrui posizionamento organico sui motori di ricerca, per come viene intesa dalla maggior parte dei SEO, è una pratica ritenuta formalmente scorretta nelle linee guida di Google sulla qualità dei siti web. Va da sé che la maggior parte delle cose che scrivo in questo post possono produrre penalizzazioni algoritmiche o azioni manuali tali da determinare la perdita di visibilità del tuo sito web su Google o in alcuni casi il totale ban dalle serp. 

Quindi sentiti libero di mettere in pratica le cose che scrivo qui, ma sappi che lo fai a tuo rischio e pericolo, del resto, se Google ci tiene così tanto a scoraggiare i link builder è perché essenzialmente i link in ingresso, soprattutto quelli che otteniamo da siti web autorevoli, rappresentano segnali forti, verso i quali Google è e resterà sensibile quando si tratta di attribuire valore in termini di ranking. In sostanza, se ti dicono che non devi fare link building è perché funziona!

Le strategie di cui vorrei parlarti oggi sono essenzialmente 2, la prima prevede un grosso investimento in termini di soldi, la seconda in trini di tempo, quindi è uguale.

Acquista link mirati da siti web autorevoli

Se ad esempio vendi lampade da tavolo o da parete della marca X (laddove X è un marchio molto noto), il fatto di diventare rivenditore ufficiale X ottenendo un link dalla pagina “resellers”, ti garantisce una bella spinta in serp. Rispetto al settore arredamento ad esempio, parliamo di una differenza potenziale di migliaia di visite al giorno. Certo non costa poco, anzi, in effetti spesso è un vero salasso, però i risultati in serp sono commisurati all’investimento. Nello specifico poi, questa pratica è anche abbastanza naturale e difficile da penalizzare, perché si configura come un rapporto di partnership tra un produttore e un distributore. Tutto pulito insomma.

Crea un network di siti web

Sempre per restare nell’esempio precedente, se il tuo sito web vende arredamento, puoi realizzare una decina di altri siti web con domini EMD che coprano tutti gli arredi d’interesse. Ogni sito può essere sviluppato sia come un blog, producendo contenuti che diano informazioni su come arredare una certa stanza o su come scegliere un certo tipo di arredo, sia come vetrina per prodotti specifici. Ciascun sito linkerà gli altri ad anello, non a rete, vale a dire che dal sito A partirà un link al sito B, dal sito B ne partirà uno al sito C e così via, ma sarà da evitare la situazione in cui tutti i siti web si linkano a vicenda.

Dalle pagine di ogni sito, partiranno dunque link al nostro sito di interesse. Meglio saranno sviluppati questi siti, più forte sarà la spinta del network. Questa pratica funziona e spinge anche tanto, ma è assolutamente scorretta e può produrre nel tempo anche sbalzi fortissimi in serp ai siti web che ne beneficiano. Guarda ad esempio questo grafico tratto da Semrush. 

traffico-organico-sito-arredamento

traffico organico su sito di arredamento

Questo sito di arredamento fa tutt’ora uso di un network di siti. Oggi riceve ancora un buon numero di visite, ma in passato ne faceva decisamente di più! Qui c’è probabilmente stata una penalizzazione, tuttavia il sito continua ad essere raggiunto da migliaia di utenti al giorno. Insomma, questione di scelte. Puoi anche decidere di procedere virtuosamente, incrementando il valore del tuo progetto web giorno dopo giorno, crescendo in modo lento, affrontando anche battute d’arresto fisiologiche (perché capitano), ma puntando avanti, con lo spirito del maratoneta più che del centometrista.

3 Comments

  1. Yousystem 09/06/2015
  2. Gabriele 09/06/2015
  3. Alessandro Gnola 11/07/2015

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.