Migliorare le conversioni a parità di traffico

La conversione sul web è generalmente intesa come il processo che trasforma l’utente di un sito internet in acquirente di un servizio o di un prodotto raggiungibile dal sito stesso. Semplificando la conversione è il passaggio da utente a cliente, ma non sempre e non solo. Quel che si intende per conversione può variare a seconda del modello di business di un progetto web.

migliorare le conversioni

Conta davvero arrivare primi?

 

Per alcuni la conversione può essere l’iscrizione ad una newsletter, per altri il click sul link affiliato ad Amazon o quello sul banner AdSense, per altri ancora può essere la registrazione al sito o semplicemente l’invio di un’email attraverso la form di contatto.

 

Il traffico aumenta, le conversioni no

Capita che nel corso del tempo un sito web venga raggiunto da sempre più persone, ma il numero delle conversioni rimanga grossomodo lo stesso. Il numero di conversioni dovrebbe crescere in modo proporzionale al traffico, a patto che le pagine del tuo sito sappiano intercettare le ricerche in linea col tuo business e non quelle più generiche e ampie.

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Faccio un esempio: se un ortopedico decide di tenere un blog per affrontare gli argomenti a tema con la branca della medicina di cui si occupa, può aumentare il traffico sul sito scrivendo articoli sulla deformazione delle ossa del bacino in gravidanza, oppure sugli esercizi per tenere la schiena dritta e migliorare la postura. Questi tipi di argomenti se ben trattati possono ottenere buoni posizionamenti  – salvo eventuali update catastrofici del motore di ricerca –  ma se chi va dall’ortopedico risente più spesso di artrosi, artrite, problemi all’anca, al ginocchio e alla spalla, forse scrivendo del consumo delle cartilagini e fornendo indicazioni sulle infiltrazioni di acido ialuronico o sulle protesi per ginocchio e anca, puoi intercettare traffico più propenso a contattarti per prenotare una visita. Se il tuo problema è questo ti suggerisco di rivedere il piano editoriale in funzione di informazioni che dovresti già avere, perché arrivano direttamente dal tuo pubblico di riferimento.

 

Esperienza utente

Se poi la conversione non aumenta a fronte di un aumento di traffico su contenuti effettivamente allineati con le ricerche finalizzate alla conversione stessa, il problema non è il piano editoriale, ma probabilmente l’esperienza utente.

Qui possiamo farci alcune domande interessanti:

  1. il testo in pagina è più bello che leggibile?
  2. la semiotica delle pagine lavora per me o contro di me?
  3. come sono messi in pagina i dispositivi di conversione?

La prima domanda è principalmente per i fotografi online, che per il lavoro che fanno non hanno certo bisogno di scrivere tanto sui loro siti. A loro rivolgo un appello disperato: quelle quattro righe comunque necessarie, vi prego, non fatele apparire in grigio chiaro su fondo grigio scuro, corpo 8 pixel corsivo e allineate al centro. Non è elegante, è una tortura!

Quando parliamo di semiotica intendiamo tutti i segni, quindi anche quelli testuali di cui ho appena scritto, ma anche quelli cromatici come il colore dominante delle pagine e quello degli elementi di navigazione, quelli iconografici che si portano dietro informazioni importanti sull’usabilità della pagina e sull’identità del brand, e quelli fotografici che devono raccontare un’esperienza reale mostrando un mondo vero, abitato da persone vere. Ora, se le dominanti cromatiche sono quelle del tema wordpress, le icone le hai prese da Google e le fotografie sono immagini di stock, capisci facilmente il motivo per cui i concorrenti che lavorano diversamente alla comunicazione convertano più di te a parità di traffico, ma non serve un genio dell’internet per capirlo. È una logica elementare.

 

Dispositivi di conversione

Tra i punti elencati in precedenza, i dispositivi di conversione meritano senza dubbio un approfondimento a parte. I dispositivi di conversione sono quegli elementi presenti in TUTTE le pagine del sito web che suggeriscono all’utente un’azione da compiere. Non una qualunque, parliamo proprio di azioni che convertono. Qui l’errore in assoluto più grave è affidarsi al solo pulsante “aggiungi al carrello” per gli e-commerce o al link verso la pagina “contatti” nel menu principale.

Oltre agli elementi di conversione presenti nelle classiche aree di navigazione come i menu o lì dove te li aspetti come nelle schede prodotto, è importante che le call to action siano presenti nel maggior numero di pagine possibile, più di preciso nel body text, magari sotto forma di intestazione (CTA) più pulsante (LINK). Questa misura è intanto importante perché almeno la metà del tuo traffico proviene da mobile, ma soprattutto perché se le persone non percepiscono esattamente cosa fare sulle pagine del tuo sito, andranno senz’altro a cercare risposte altrove. Questione di secondi.

 

Concludendo

Scrivi testi che intercettino le ricerche direttamente collegate al tuo business e scrivili in modo che si leggano. Accorda l’aspetto delle pagine con ciò che l’utente si aspetta di trovare e soprattutto personalizzale in modo che siano uniche e vere. Infine invita sempre con la massima chiarezza gli utenti a compiere un’azione precisa, in linea con i tuoi obiettivi.

E vedrai le conversioni aumentare insieme alle visite.

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