Neuromarketing, un approccio al web

Andrea Saletti

Andrea Saletti

È un momento interessantissimo per Andrea Saletti. Il suo libro sta andando forte tra i professionisti della comunicazione e non solo quella per immagini. Il neuromarketing può essere applicato al web design, ma anche all’usabilità e alla SEO. Vediamo di capirne qualcosa di più.

 

Ciao Andrea, raccontaci qualcosa su di te.  Cosa fai, quali sono le tue passioni?

Ciao a tutti, mi chiamo Andrea Saletti e sono SEO e Web Marketing Manager di Pronesis, agenzia specializzata nello sviluppo e promozione di e-commerce e siti web orientati alla vendita. Ho una preparazione verticale su quello che io chiamo “web marketing psicologico”: un insieme di discipline che vanno dal neuromarketing alla scienza della persuasione, dalla psicologia comportamentale all’analisi dell’esperienza utente, dallo studio delle influenze culturali a quello dei processi cognitivi decisionali.

Queste discipline sono direttamente collegate ai processi di ottimizzazione della conversione: hanno infatti come scopo prevedere, educare, influenzare il comportamento degli utenti in modo che scoprano l’esistenza di un sito web e compiano l’azione principale per cui il sito web è stato progettato (acquistare un prodotto, iscriversi a una newsletter, compilare un modulo di contatto, etc).

Nella vita privata mi dedico totalmente alla mia bellissima famiglia: ho una moglie stupenda e 2 bimbi dolcissimi che assorbono ogni mio attimo extra lavorativo 😉 Una volta avevo 1000 hobby (arte, musica, cinema, sport…), adesso diciamo che il concetto di tempo libero è perlomeno utopistico, ma va benissimo così!

Nel tuo lavoro qual è il progetto più bello che hai seguito?

Quello di un noto commercio elettronico internazionale di abbigliamento underground. Più bello perché mi ha permesso di crescere professionalmente e scoprire che non sempre l’efficacia della comunicazione dipende dalla sua semplicità. Nel web il concetto di semplicità è molto relativo e si riferisce al compromesso tra ciò che è semplice in assoluto e quelle che sono le convenzioni di semplicità adottate da un particolare settore di mercato.

Nella moda specialmente esistono utenti che necessitano di una comunicazione elitaria e tortuosa per essere persuasi, questo perché hanno bisogno di sentirsi un gradino sopra agli altri, hanno pregiudizi innati riguardo semplicità e facilità d’uso, vogliono muoversi in interfacce che esaltino la loro percezione di elitarietà del prodotto. 

Questo tipo di risultati è raggiungibile solamente tramite una corretta definizione di target e buyer personas. La psicologia è importante, a patto che non si lasci da parte l’analisi dei dati di navigazione e comportamentali.

 

Nella tua biografia scrivi che leggi libri di psicologia, meglio Freud o Jung?

Bella domanda, sono un ex chitarrista amatoriale appassionato di musica ed è come se mi chiedessi chi preferisco tra Hendrix e Clapton: sono entrambi geniali, diversissimi tra loro e hanno gettato le fondamenta per tutti gli stili chitarristici (spesso più tecnici ed evoluti) che li hanno seguiti. 

Forse il mio idolo assoluto Steve Vai in uno “scontro a fuoco” banalizzerebbe tutto quello che ha fatto Hendrix… peccato che senza Hendrix forse non sarebbe mai potuto esistere 😉

Per come la vedo io è più corretto ricorrere alle teorie freudiane se vediamo l’analisi psicologica come uno studio meccanico delle pulsioni umane, mentre il pensiero di Jung studia l’individuo da un punto di vista più globale. 

Tuttavia le due teorie riflettono i limiti di pensiero delle loro epoche e la minore esperienza, infatti successivamente sono sorte diverse nuove correnti della psicologia, molto più “scientifiche”.

 

Le neuroscienze, la psicologia e le scienze cognitive vengono da sempre utilizzate nel mondo del marketing, ma in che modo possiamo sfruttarle per rendere più efficace anche la comunicazione on line?

neuromarketing

Il neuromarketing rappresenta lo studio scientifico di come il cervello umano reagisce agli stimoli di marketing. Conoscere questi meccanismi insieme alle regole di psicologia comportamentale e cognitiva permette di prevedere con un bassissimo margine di errore il raggiungimento dell’obiettivo comunicativo che ci siamo prefissati.

Questo in ambito web (ma non solo) si traduce in una migliore capacità di colmare il gap tra reale valore del brand/prodotto e la sua percezione da parte dell’utente.

Maggiore è il valore comunicato, maggiori sono le conversioni a parità di visite, maggiore il ritorno di investimento.

Sapevate ad esempio che il solo modificare la tipologia di sorriso della vostra immagine profilo sui social può condizionare a livello subconscio la percezione di fiducia nei vostri confronti?

 

Informazioni o emozioni, qual è tra le due la forza motrice che spinge verso una decisione piuttosto che un’altra?

A livello cognitivo sono 2 stimoli entrambi necessari alla creazione del desiderio di azione. L’emozione è la prima ad intervenire ed è il cavallo di troia dell’informazione: l’emozione crea il giusto stato d’animo, la giusta predisposizione a ricordare ed apprendere, la giusta associazione al piacere di usufruire di un servizio o prodotto.

L’informazione arriva più tardi come stimolo, perché ha bisogno di un impegno razionale e quindi più impegnativo in termini di risorse. Però è necessaria per creare quella che è chiamata “razionalizzazione dell’acquisto” ossia la creazione di una motivazione che pur non essendo decisiva ci fornisce un rinforzo coerente e ci spinge ad agire.

 

Se un giorno ti eleggessero presidente della Repubblica, quale sarebbe il tuo messaggio di fine anno a reti unificate per la nazione?

Senza scomodare frasi mitologiche com “la pace nel mondo” o “l’uguaglianza tra i popoli”   , credo mi esprimerei più o meno in questo modo:

“Cari concittadini, da oggi in tutte le scuole italiane, proprio quelle che frequentano i nostri figli, verranno insegnati come materia obbligatoria i meccanismi cognitivi e la psicologia della persuasione. Questo renderà le nuove generazioni davvero libere e limiterà finalmente la possibilità di venire manipolati da chi utilizza certe tecniche in maniera non etica nel proprio business (sia online che altrove).”

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