Se non hai ancora un blog personale

non hai un blog?

Quest’articolo è dedicato a te che ti stai affacciando sul web come consulente, ma anche a te che sei un professionista già affermato e non hai ancora un blog personale. Secondo me dovreste farvene uno, ora vi spiego perché.

Alcuni importanti esperti di comunicazione web sostengono a ragione che per quanto il blog sia oggi uno strumento centrale nella comunicazione di un professionista, tale centralità verrà un giorno superata dal moltiplicarsi delle piazze digitali su cui sarà possibile pubblicare i propri articoli.

Lo stesso Scandellari, il cui blog è molto seguito, ha condiviso articoli interessantissimi mediante LinkedIn Pulse, senza contare che non è difficile far ospitare un proprio guest post su giornali online di settore o blog di colleghi. Ecco come la presenza può farsi molteplice generando segnali utili sia lato SEO che rispetto al personal branding, sta di fatto l’assunto iniziale e cioè che Skande ha un blog personale molto seguito. Perché sottovalutare questo dettaglio?

 

Il blog è al centro della tua comunicazione

Probabilmente le previsioni di Skande si avvereranno e il blog personale perderà la sua funzione di “casa base”, fulcro e punto zero della comunicazione di un libero professionista, ma per adesso le cose non mi sembra stiano ancora così. Immagina di far sapere al Tagliaerbe che da domani invece di pubblicare articoli nel suo blog deve farlo su Tumblr, CheFuturo, Wired e Linkedin Pulse. Certo raggiungerà un pubblico vario e variegato, ma verranno meno alcuni aspetti importantissimi nella sua esperienza professionale:

  1. Non potrà più tracciare i comportamenti degli utenti (e come dice Giampaolo Lorusso, se non tracci godi solo al 10%);
  2. Non potrà più convertire le sue visite in lead profilati per la newsletter, per l’acquisto diretto di un infoprodotto e nemmeno rispetto ai click sui banner pubblicitari;
  3. Il suo pubblico diventerà una specie di popolo in esilio.

Se i primi due punti sono direttamente rilevanti rispetto al modello di business di tanti blogger, il terzo non è meno importante, perché un blogger può impiegare anni a costruirsi un pubblico di riferimento affezionato e l’idea che queste persone possano vivere una diaspora, perdendo il blog come punto di riferimento, è francamente difficile da mandar giù, almeno per il sottoscritto e per quanti come me hanno lavorato sodo negli anni a costruire appuntamenti fissi per la divulgazione di idee e concetti.

 

Blog e personal branding

I vantaggi nell’affacciarsi su piazze diverse dal proprio blog personale stanno più che altro nel poter trattare argomenti di tipo diverso e catturare l’attenzione di persone con interessi trasversali rispetto ai tuoi. Già quest’articolo che leggi sul blog di Flamenetworks, mi consente di parlare d’altro rispetto alla SEO senza finire off topic e di arrivare a persone diverse da quelle che leggono il mio blog. In sostanza scrivere su altri blog è cosa utile, a patto di avere già un’identità precisa e un brand personale riconosciuto, cose che si costruiscono nel tempo col tuo blog personale, quindi alla fine torniamo sempre lì.

 

Non puoi sostituire il blog con i social network

In ultimo devo spendere due parole per i consulenti web che non aprono un proprio blog perché “tanto ci sono Facebook e Twitter”. Secondo me dovreste ripensarci, perché i social network sono il regno della discussione estemporanea, mentre il blog è la piattaforma dell’approfondimento. Una cosa non sostituisce l’altra. I social vanno bene per discutere e confrontarsi, ma se intendi lasciare ai tuoi lettori un documento “risorsa”, magari finalizzato ad una conversione di qualche tipo, allora probabilmente i social non sono la piazza per te.

 

Conclusioni

Col tempo il tuo blog diventa un punto di riferimento per te stesso prima che per i tuoi lettori. Questa frase è difficile da spiegare a chi non ha mai avuto un blog o a chi ne cura uno da poco tempo. È l’armatura per un cavaliere, compresa la spada e lo scudo. Uno strumento senza il quale puoi certo comunicare e pure efficacemente, ma solo dalla strada e a chi si trova a passare di là.

Non so se rendo l’idea.

One Response

  1. Luisella 24/05/2016

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