Basta avere talento per sfondare sul web?

La condizione che definiamo genericamente “talento” è quella di chi riesce a fare qualcosa meglio degli altri con poco sforzo. Il talento è un dono, nel senso che non puoi imparare ad essere talentuoso, perché sarebbe come imparare ad essere innamorati. Oggi vorrei riflettere sulla differenza tra talento e bravura e raccontarti una storia capitata ad un tale, tempo fa.

albert einstein

Albert Einstein

In realtà l’articolo che stai leggendo mi è stato ispirato da una persona che ha postato su facebook la domanda retorica riportata nel titolo. A chiedersi se basta avere talento per sfondare sl web, la tua prima risposta sarebbe un bel NO, netto e tonante. Non basta avere talento, occorre far sapere che sei bravo, occorre stringere le relazioni giuste e (direbbero i SEO) ottenere i link migliori dall’esterno. Se tuttavia ragioni in questo modo, stai confondendo il talento con la bravura, che invece è sempre legata all’impegno. Per essere (veramente) bravo a fare qualcosa, devi aver studiato e praticato quella cosa per un tempo sufficiente a farti raggiungere un livello discreto. La bravura non cresce sugli alberi, richiede attenzione, tempo per maturare. Il talento è invece la predisposizione a fare qualcosa in un certo modo, in un certo spazio e in un certo tempo.

Ti sorprenderà sapere che il talento può certamente bastare ad avere successo sul web. Ora ti spiego perché.

 

Signore, suo nipote è sicuramente ritardato

Il pediatra osservò con attenzione il bambino che a quattro anni ancora non parlava e disse allo zio che col tempo sarebbe migliorato, ma che c’era sicuramente un ritardo a livello cognitivo. Quel bambino crescendo avrebbe mantenuto un carattere introverso e si sarebbe fatto domande strane, tipo “cosa vedrei se potessi viaggiare per l’universo cavalcando un fascio di luce?”.

Intanto i suoi compagni di scuola prendevano voti migliori dei suoi perché erano più bravi di lui a studiare. Ma studiare significa imparare cose legate al passato, già “immaginate” da altri. Poi scopriremo che l’immaginazione è strettamente connessa con il talento, anzi ne è il motore, intanto quel bambino andava male a scuola perché a differenza dei suoi compagni di classe preferiva immaginare realtà nuova, piuttosto che studiarne di vecchia.

 

Cos’è l’immaginazione

La differenza tra il sapere e l’immaginazione è che nel primo caso conosci cose avvenute nel passato, nel secondo hai cognizione di cose avvenute nel futuro. L’immaginazione viene spesso presa per qualcosa di astratto e confusa con la fantasia. In realtà parlo di cose molto più concrete di quanto si pensi. La differenza tra chi non ha talento e chi ne ha, è che mentre il primo si applica orientandosi su ciò che è stato già fatto nel merito, il secondo lo fa su ciò che deve ancora essere fatto, ma che in qualche modo vede già chiaramente davanti ai propri occhi. Una persona di talento produce realtà nuova perché riesce a concepirla a differenza di chi è semplicemente “bravo” a imparare e ripetere come una macchina. Un conto è applicarsi su quello che ti dicono funzioni, altra cosa è farlo su ciò che vedi chiaramente e che ti illumina. Ecco cos’è l’immaginazione.

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È chiaro che tutto appare più facile se hai già davanti al naso un’immagine chiara del modo in cui si fa una cosa. Il talento è dunque in un certo senso la capacità di vedere l’invisibile, di intuire che il mondo non esiste sempre e comunque come appare, ma può essere plasmato dalla nostra visione, dalle nostre domande. Dalle tue.

 

Certo che il talento può bastare!

Il talento può consentirti di vedere la strada da seguire e può indicarti il modo esatto in cui seguirla. Tante volte non è questione di reinventare la ruota, ma di essere costanti nello svolgere certe attività. Spesso la costanza è in sé un talento, soprattutto quando riesci a ripetere nel tempo azioni che per la maggior parte delle persone vicine appaiono inutili o addirittura controproducenti… ma non per te.

Il ragazzino di cui raccontavo prima, non ho avuto la fortuna di conoscerlo perché è morto da tempo. Si chiamava Albert Einstein e pare avesse una fervente immaginazione.

 

2 Comments

  1. Andrea F. 19/12/2017
  2. Dario PIRONI 19/01/2018

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