Lavorare per clienti o su progetti propri?

Il post di oggi nasce da una riflessione che Enzo Mastrolonardo ha voluto affidare ad un video su facebook. la scorsa settimana. In particolare Enzo si chiedeva se per un professionista fosse meglio (e in che senso) lavorare per conto di altri o se per caso non convenisse di più seguire progetti propri.

Meglio seguire clienti o progetti propri?

Meglio seguire clienti o progetti propri?

 

Se segui questo blog, e mi sa non solo questo, sai già che a più riprese mi sono interrogato su come fare soldi sul web, e per dirla tutta il buon Enzo non è neanche il primo a farsi una domanda del genere, ma oggi vorrei affrontare la questione usando la ragione e un pizzico di fenomenologia.

 

Seguire solo progetti di clienti

È l’approccio mono-diretto all’operatività o alla consulenza a beneficio esclusivo di altri. Si lavora per dare visibilità ad aziende che ci commissionano servizi di visibilità nei motori di ricerca o attraverso altri canali, come i social network, le sponsorizzazioni eccetera. I pro di questo approccio stanno nel conoscere persone e situazioni diverse. Chi segue progetti dei clienti, col tempo capisce davvero quanto ogni segmento di mercato riesca a rispondere in modo diverso alle stesse sollecitazioni. I contro del lavorare per altri stanno tutti nello scarso controllo sul progetto. Difficilmente un cliente ti lascia carta bianca, anzi, sarai spesso vincolato a direttive poco chiare, per non dire frustranti, tuttavia c’è così tanto da imparare nel dedicarsi ai soli clienti, che qualunque altra strada per lavorare nel digital, al confronto sembra una rinuncia.

 

Seguire solo progetti personali

È la via intrapresa da chi è stufo di sottostare alle schizofrenie di altri e decide di accollarsi solo le proprie. Lavorare ai soli progetti individuali è bellissimo perché hai la massima libertà di movimento. Inoltre puoi (devi) dedicartici completamente, mettendoci la faccia e producendo valore, fino a investirci tutto il tuo tempo. I pro stanno nel fatto che il successo dipende solo dalle tue scelte, così come i fallimenti, inoltre non devi eseguire – e nemmeno stare a sentire – quel che dicono altri: sei l’unico ad avere voce in capitolo. Lavorando a progetti tuoi ti si libererà un sacco di tempo per te, cosa che sistematicamente con i clienti non succede, inoltre se i progetti che curi non richiedono impegno in termini di cura del brand mediante attività di comunicazione, potrai rintanarti in una grotta e starci tutto il tempo che vuoi. Sì, i progetti personali sono il paradiso del misantropo.

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I contro del seguire solo progetti personali stanno nel fatto che probabilmente la tua vita professionale girerà intorno a pochi segmenti di mercato, e anche le tue conoscenze saranno gioco forza limitate a quei pochi ambiti in cui lavorerai. Inoltre, avere successo in questo senso produce per alcuni un senso di onnipotenza spesso prossimo all’invasamento. Si comincia a pontificare su cosa funziona e cosa no, unicamente perché si è capito come risponde Google alle sollecitazioni nel gambling.

Ad ogni modo c’è così tanto da imparare nel dedicarsi ai soli progetti personali, che qualunque altra strada per lavorare nel digital, al confronto sembra una rinuncia.

 

La via di mezzo, clienti e progetti personali

Non sarebbe male mettere un po’ di moderazione in questo ragionamento che appare strettamente manicheo. L’unico problema è che non è immediato riuscire a trovare il tempo per far bene entrambe le cose. Se lavori con un team di persone puoi certamente destinare spazio a progetti personali, fermo restando che di solito i clienti occupano la quasi totalità del tempo, ma se operi come freelance ti risulterà molto impegnativo conciliare le cose a meno che i tuoi progetti personali non vadano avanti praticamente da soli, cosa che nel web del 2018 può funzionare per pochi mesi.

Personalmente ho diversi tavoli di lavoro sui quali faccio test e sviluppo progetti personali, quasi esclusivamente con finalità di studio. Auspico un giorno di ritirarmi a vita privata e conquistare il mondo con una startup che gestisce la compravendita di colf moldave, ma fino ad allora continuerò a fare quel che mi dicono la testa e il cuore, ché alla fine è tutto lì: non prendiamo una strada piuttosto che un’altra per chissà quali calcoli razionali, ma semplicemente per via del nostro carattere. Se sei un po’ orso tenderai a rintanarti dietro i progetti personali (ma non sempre), mentre se sei una persona più aperta e socievole, probabilmente sarai portato a seguire progetti per conto di altri (ma non sempre). Siamo tutti diversi, imbocchiamo strade diverse per gli stesi motivi o strade simili per motivi diversi… tutto ciò rende il mondo un bel posto in cui vivere. Credo.

 

La quarta via

Permettimi di chiudere con quella che ti sembrerà una provocazione, ma non vuole esserlo. Chi abbiamo lasciato fuori da questo discorso? Chiaramente i FORMATORI professionisti, quelli che ti insegnano il mestiere cosicché tu possa decidere se farlo per te stesso o per conto di altri. Queste figure provengono talvolta dal mondo dei servizi web, quindi sono state operative in passato, ma tal altra si ritrovano a insegnare in ambiti sui quali non hanno nemmeno un giorno di esperienza operativa, sul campo.

E fanno comunque un lavoro discreto.

L’insegnamento è senza dubbio la strada più comoda, perché i discenti tendono a darti ragione qualunque cosa tu dica. Chi insegna è infallibile per definizione, quindi se sei disposto a spostarti tanto (i docenti spesso girano come trottole impazzite) e ami particolarmente il suono della tua voce, puoi certamente imboccare questa strada oggi più che mai remunerativa.

 

Scelte di carattere, solo in seguito giustificate dalla ragione, giusto per metterci una pezza.

 

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