Come far “girare” una community (e un blog)

Valentina Pacitti

Valentina Pacitti

Curare un Blog multiautore come quello di Semrush non è una passeggiata. Valentina Pacitti si racconta nella veste di community manager per una delle aziende che dettano legge nel panorama mondiale del digital marketing. Ma qual è davvero il lavoro che si nasconde dietro all’autorevolezza di un brand in questo settore? Come crescere “bene” con i contenuti?

 

Ciao Valentina, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?

Ciao Francesco, vorrei raccontarti che ho un milione di progetti e di direzioni in testa, farebbe molto millennial-imprenditrice-digitale e probabilmente mi renderebbe agli occhi dei tuoi lettori molto più interessante. Chiedo venia (di già, eh si!) ma alla veneranda età di 35 anni mi sono resa conto che seguire un unico cammino è già una bella responsabilità.

Sono rimasta folgorata dal mondo dei blog e del copywriting nel momento in cui ho cominciato a lavorare per SEMrush Italia. Da allora mi impegno per approfondire la conoscenza del terreno che calpesto ogni giorno e provo a migliorare i nostri risultati mettendo in pratica quello che leggo, vedo e annuso in giro per il web. Se va bene prendo nota, se va male… pure! E spesso dagli errori si impara molto di più che dai risultati positivi, così è la vita.

Quindi, per tornare alla domanda iniziale, il mio focus lavorativo al momento è sulla gestione del blog. Ogni lunedì cerco di ammorbidire il peso della settimana dedicando un’oretta a un brainstorming entre moi et moi in cui butto giù un po’ di idee su cosa potrei testare di nuovo per il blog, sia a livello di contenuti che di trigger per stimolare la gente del web. Credo che oggi più che mai le persone si meritino un’attenzione speciale da parte di chi scrive e pubblica online perché i contenuti si sono moltiplicati esponenzialmente ma il tempo che le persone hanno per leggerli è sempre lo stesso (se non meno) e allora pensiamoci bene prima di mettere online qualunque cosa.

 

Cosa cambieresti nella comunicazione del web marketing in Italia?

Ho la sensazione che ci sia poca voglia di comunicare nel senso vero del termine, ossia per trasmettere un messaggio a qualcuno che ascolta dall’altra parte dello schermo. Comunicare dovrebbe implicare una fase previa in cui si pensa a come creare una relazione di valore con chi ascolta, e poi una fase posteriore in cui si riceve il feedback o la risposta dell’interlocutore. C’è chi lo fa, e pure bene, però in generale nel web marketing in Italia vedo tanta autoreferenzialità e persone che parlano solo per se stessi, trascurando che mittente e ricevente sono oggi, come non mai, sullo stesso piano.

 

Cos’è che fa veramente la differenza in un blog?

L’onestà. Mi spiego: tutti in questo settore apriamo blog per vendere qualcosa: prodotti, servizi, noi stessi. Ma al tuo potenziale cliente là fuori non gliene frega niente di te, questa è la realtà: alle persone online interessa solo risolvere il loro problema e farlo in fretta. Se le aiuti riceverai in cambio la loro fiducia, e più avanti, magari, questa fiducia si trasformerà in una conversione; ma se le intralci nella loro personale ricerca della felicità (perché è questo il trigger per tutti) riceverai in cambio una bomba che ti esploderà tra le dita. Per essere onesto su un blog devi assicurarti di stare alla larga da contenuti copiati, pieni di giri di parole e keyword presuntamente strategiche che non apportano alcun valore, devi evitare di parlare solo di te (e a te, come detto sopra) e devi entrare nell’ottica che se non sarai tu a fornire una risposta utile ci sarà qualcun altro pronto a cogliere la palla al balzo e a soffiarti il cliente.

[adrotate banner=”1″]

Se vuoi avere un blog sii onesto: hai reali conoscenze su un tema? puoi insegnare qualcosa a chi ti legge? tu o la tua azienda risolvete davvero un problema? Impegnati a comunicarlo nel migliore dei modi. Altrimenti lascia stare: nel 2019 non c’è niente che indispettisca di più un utente che perdere tempo.

 

Cos’è che fa davvero funzionare una community?

L’ascolto e il rispetto: le persone interagiscono online perché si aspettano che qualcuno presti loro attenzione, vogliono sentirsi protagoniste di una conversazione alla pari. Se questo non accade smettono di farlo. In fondo perché prenderti il disturbo di commentare, ringraziare o lamentarti se nessuno ti legge! L’ascolto torna sempre in ballo perché se non c’è non stai davvero comunicando (nell’ottica di una comunicazione bidirezionale, che è l’unica possibile sul web). Ho parlato anche di rispetto: quando hai la responsabilità di un blog o, in generale, di una community devi essere il primo a rispettare quello spazio, occupandoti delle esigenze di chi ti segue e proponendo contenuti stimolanti; poi devi garantire che in quel posto che tu amministri tutti possano esprimere la propria opinione senza temere attacchi da altri utenti, devi insomma fare in modo che il tuo angolino di web sia un posto piacevole in cui passare una mezzoretta al giorno.

 

A cosa fai attenzione quando curi le pubblicazioni sul Blog di SEMrush?

Verifico sempre che i post siano originali e che siano interessanti. Mi chiedo sempre: io lo leggerei fino alla fine questo articolo? Purtroppo dobbiamo fare i conti con una situazione di content shock, ovvero sul web c’è un gran affollamento di contenuti e se ciò che pubblichiamo non è davvero la miglior cosa che si poteva scrivere su quell’argomento siamo destinati all’oblio e all’indifferenza delle persone.

 

In ultimo, cosa pensi del canale video nella nostra comunicazione di segmento?

Lo ammetto, non sono una fan del formato video (preferisco leggere blog e ascoltare podcast, per me la rivelazione dell’anno!) ma sono convinta che, usato bene, il video sia una grandissima risorsa. Cosa intendo per usato bene? Sfruttare le caratteristiche del mezzo per raggiungere meglio un obiettivo. Ad esempio: ci sono esigenze pratiche come usare un software, che, spiegato con un testo, rischia di complicare ancora di più la faccenda. In un video invece, puoi far vedere la procedura passo a passo e mostrare esattamente all’utente dove deve andare. Questo è solo un esempio ma mi sembra cristallino nella sua praticità: il segreto è usare il video quando è la migliore opzione possibile, in base al tuo target e al tuo obiettivo di comunicazione – e di conversione!

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.