La comunicazione web nel mercato della musica

Antonio Campeglia

Antonio Campeglia

Quello che stai per leggere è uno dei contributi più interessanti che ho raccolto negli ultimi anni rispetto alla comunicazione settoriale.

Antonio Campeglia, direttore di AgeofAudio ci parla dei meccanismi di comunicazione nel settore della musica, delle logiche di promozione di una band sul web, dei migliori organi di divulgazione e delle pubbliche relazioni nel rapporto con le grandi aziende produttrici di software e strumenti musicali.

 

Ciao Antonio, ci racconti i tuoi attuali focus rispetto a Ageofaudio?

Age Of Audio è un magazine che tratta di musica a 360 gradi. Il nostro folto gruppo di redattori ci permette di redigere articoli e proporre demo audio e video su molte tematiche, dall’outuboard al mastering, dalla tecnica di ripresa di una voce alla customizzazione di una chitarra.

Il nostro modus lavorativo si basa su una serie di test dei prodotti che recensiamo e le prove effettuate vengono messe a disposizione dell’utente, corredate delle nostre impressioni, da un punto di vista tecnico e musicale. 

Nella maggior parte dei casi i nostri redattori registrano le demo presso i loro home studio e solo in alcuni casi si va in uno studio professionale, di solito in occasione di test comparativi tra più prodotti. In quel caso è necessario garantire una maggiore affidabiltà, perché una prova alterata, trasmetterebbe una errata percezione del suono alterando irrimediabilmente il giudizio dei potenziali acquirenti.

A volte gestiamo delle rubriche dedicate, un lavoro che valutiamo di volta in volta a seconda delle risorse umane e tecniche che abbiamo a disposizione.

 

Come si muovono rispetto alla comunicazione digital le software house e i grandi produttori di strumenti musicali e strumentazioni audio?

Tutto dipende dal profilo di azienda con il quale ti vai a rapportare, dal piccolo artigiano alla multinazionale ovviamente gli schemi di comunicazione cambiano in maniera molto profonda e, nel secondo caso, vi sono spesso delle prassi ben precise da rispettare.

Molto spesso capita di avere a che fare direttamente con il responsabile marketing o con il direttore vendite, altre invece con l’ufficio stampa, mentre per l’estero la maggior parte delle volte ci si accorda sul prodotto da testare direttamente con il proprietario dell’azienda.

Quando siamo noi a fare richiesta, dopo una formale presentazione ci si mette d’ accordo con l’azienda in questione e si procede.

Il nostro lavoro è generalmente apprezzato e i marchi con cui ci mettiamo in comunicazione sono propensi a continuare la collaborazione con noi.

Quando è il produttore a cercare noi ovviamente restiamo a sua disposizione per la realizzazione di un eventuale articolo e della demo audio, con la condizione espressa di non ammettere alcuna sua interferenza nella redazione dell’articolo. Poi  quando il test oppure il video è pronto, se l’azienda lo ritiene opportuno ha libertà di condividerlo e utilizzarlo a proprio piacimento. Noi provvediamo alla diffusione sui nostri canali social, oltre ovviamente sul nostro sito web.

In fiera poi il rapporto diventa estremamente più umano e ci si relaziona direttamente. Si possono discutere nuovi approcci editoriali che possono interessare sia l’utente che il produttore stesso per valorizzare ancora di più l’articolo finale.

 

Quanto (e come) contano nel panorama della produzione musicale internazionale blog come Ageofaudio? Ci daresti qualche altro esempio di sito web come quello che curi?

Siti web come quello che curo nascono per fare informazione e per creare dei punti di riferimento su prodotti che, vuoi per una mancata distribuzione su tutto il territorio o per altre ragioni, la gente non può provare facilmente.

Questi portali permettono pertanto di sapere come si comporta un determinato device musicale o un determinato software e consentono quindi all’utente finale di crearsi già un’idea di base per un futuro acquisto, cosa molto importante se questo acquisto avviene online.

Di esempi in giro per il mondo, ma anche nel nostro paese, ce ne sono davvero molti. Se dovessi pensare al volo mi vengono in mente siti come Sonicstate, con le belle recensioni di Nick Batt, Synthopia, MusicRadar, tanto per citarne alcuni. Per quanto riguarda le demo chitarristiche, quelle online di Andy di ProGuitarShop sono delle piccole gemme, pur trattandosi di uno shop online e non un magazine.

 

Che suggerimento daresti a una band che volesse promuoversi attraverso il web?

Attualmente il web è diventato una giungla dove ormai la soglia minima per catturare l’attenzione è diventata molto più alta rispetto agli anni passati.

Oggi passare le demo non serve più, serve presenza nei canali social, interazione con il pubblico anche online e tutto il materiale, suonato e non, deve essere fruibile per tutti.

Oggi anche una band emergente deve avere un videoclip di buona qualità per potersi pubblicizzare, avere un sito di riferimento costantemente aggiornato e recapiti social che rispecchino costantemente il progetto che si vuole portare avanti.

Ma soprattutto, pubblicare costantemente, in maniera cadenzata, non bisogna accusare periodi di assenza sui propri canali, altrimenti si rischia un calo di attenzione del proprio pubblico.

 

Alla figura del musicista endorser, oggi si affianca quella del formatore/divulgatore. Puoi farci il nome di divulgatori importanti in Italia o all’estero?

Quella del formatore è una figura ancora un po’ strana qui in Italia. Attualmente pochi sono i grandi nomi in questo senso. Massimo Varini per esempio è stato un grandissimo recensore che ha tenuto rubriche lunghissime per tantissimi anni con un grandissimo seguito sia su youtube che sui social. Contenuti che poi sono diventati libri didattici di ottimo livello, venduti da anni in tutta l’Italia, ed ora è uno dei migliori youtuber musicali del nostro paese.

Altri hanno seguito, o comunuque hanno fatto lo stesso lavoro, come per esempio Vigilius60 che ha recensito tantissimi pedali creando collane di video molto interessanti per circa 5 anni o anche più. Un esempio è la sua rubrica “Alla ricerca del suono perduto”.

All’estero ve ne sono davvero tantissimi, dovendone citare uno mi piace menzionare Shnobel, che ha una competenza e una bravura stratosferica.

Tra i dimostratori ci sono Enrico Cosimi, Nazzareno Zacconi, Manuele Montesanti, che portano avanti diverse clinic sui prodotti che rappresentano e da anni sono presenti sul territorio nazionale.

 

Quali sono i canali più efficaci per fare comunicazione business in campo musicale?

Attualmente il migliore e ancora imbattuto canale di diffusione di informazioni, in ambito musicale rimane Youtube, che attualmente permette la pubblicazione di contenuti in alta qualità, anche se paga lo scotto della compressione e degradazione di qualità audio legata allo streaming.

Per chi invece cerca solo informazioni sonore, il migliore rimane Soundcloud che permette un upload sonoro con meno perdite rispetto a quella video di Youtube, ed è uno standard molto utilizzato per le comparazioni e le demo di produttori hardware e sviluppatori software.

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