Gestire la SEO tutti i giorni o di tanto in tanto?

La domanda che leggi nel titolo di quest’articolo è stata posta nel gruppo dei Fatti di SEO qualche giorno fa. È la classica domanda aperta, larghissima, alla quale si può incollare il più classico bollino blu con sopra scritto “dipende”.

quanto spesso lavorare alla seo

Quanto spesso lavorare alla seo?

Con quanta frequenza occorrerebbe lavorare alla SEO di un sito web? Vedo già orde di commerciali web impanicati nell’attesa della mia sentenza al fulmicotone sul fenomeno, quindi bando alle ciance, detesto vedere i commerciali soffrire.

 

Quale SEO?

Spesso i professionisti scindono la SEO dalle attività di posizionamento, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati allo svolgimento dei lavori nel tempo. A livello organizzativo, si tende a far passare per attività strettamente SEO quelle che riguardano le modifiche sul codice, l’assetto strutturale e l’ottimizzazione di superficie delle pagine principali del sito web (titoli, H1 etc.). Se si fa un buon lavoro in termini di analisi e messa a punto, queste attività possono essere sviluppate una tantum e non richiedere ulteriori interventi per anni.

Al netto delle attività legate alla SEO tradizionalmente intesa, appena citate, ci sono quelle che potremmo appunto definire “in itinere”, vale a dire quelle tese a studiare costantemente i margini di miglioramento di un sito web in termini di posizionamento (non solo) su Google. Tra queste:

  • Analisi delle oscillazioni sui posizionamenti osservati
  • Inferenza su tali oscillazioni
  • Valutazione delle pagine da riprendere o da sviluppare ex novo
  • Inquadramento di possibili partnership business/editoriali con soggetti terzi
  • Valutazione andamento scansione/indicizzazione in search console

 

Con quale frequenza fare SEO?

Quelle descritte qui sopra sono le attività che possono essere evase periodicamente, ma con quale frequenza? Se ti occupi del posizionamento di Fanpage, direi anche ogni due, tre giorni. Se segui un sito web di annunci generalista come Bakeca, puoi sviluppare riscontri anche ogni settimana, mentre se segui progetti con una vocazione più statica, orientati sempre allo stesso segmento di utenti, allora puoi studiare gli andamenti anche ogni due settimane.

Se dunque devo dare una forbice sull’intervallo temporale tra un’analisi e l’altra, ci muoviamo tra i 2 giorni e le 2 settimane. Va da sé che quando dobbiamo studiare l’andamento di un progetto SEO ogni due giorni, il costo sarà maggiore rispetto a quello che chiederemo per i casi in cui l’intervallo sarà più largo.

Però attenzione, qui ho descritto l’intervallo con cui studio metodicamente un sito web. I riscontri prodotti finiscono nelle mani di chi deve occuparsi operativamente di lavorare al posizionamento, quindi copy, developer, digital PR (e in certi casi con budget ridotti parliamo della stessa persona). A conti fatti, un analisi prodotta ogni due settimane può comportare un lavoro quotidiano, così come un’analisi condotta ogni due giorni può denotare una situazione d’attesa e dunque non richiedere alcun lavoro.

 

Beh, (cari commerciali) dipende.

E quindi torniamo alla domanda di prima: quanto spesso? Beh, ovviamente dipende da quanti pubblici diversi ci sono – quanti annunci di tipo diverso pubblica Bakeca? – da quanti concorrenti ci sono e da come si muovono, da quante modifiche vengono apportare sulle serp di interesse da Google e con quale frequenza.

Un buon approccio per un’agenzia di comunicazione può essere proporre un accordo di prova per qualche mese, da cui sarà possibile tararsi e capire che tipo di effort può essere richiesto in termini di ore di lavoro mensili per lavorare opportunamente alle attività che producono visibilità organica. Se invece il team di sviluppo e comunicazione si trova all’interno dell’azienda, ci si dovrà riferire solo al consulente SEO che stabilirà a monte l’intervallo tra un’analisi e l’altra, con relativi costi.

Se poi hai anche il SEO interno, allora devi solo ricordarti di pagare gli stipendi ogni mese… e tutto andrà bene.

 

Conclusioni alla rinfusa

Al di là del quanto, conta il come. Quando studiamo questi andamenti non possiamo dire con certezza cosa dipende da cosa, quindi non esistono conclusioni tali da disegnare con certezza una relazione di tipo causale dietro al miglioramento o al peggioramento di una o più pagine dello stesso sito web. Insomma, non c’è niente di scientifico dietro a un’analisi SEO pur fatta bene, perché abbiamo a che fare con mutazioni che si sviluppano su base sociale. Se però è vero che non possiamo essere certi di niente, per lo meno c’è un metodo, un’organizzazione, delle rutine che ci permettono di vedere oggettivamente cosa sta cambiando. Poi possiamo avere dubbi sul perché, ma almeno sappiamo che si verificano certe situazioni… e possiamo reagire.

L’alternativa è limitarsi a guardare il posizionamento per la tua chiave preferita direttamente in serp e rispondere cambiando un po’ il title e gli H2 (e come?) se la tua pagina pertinente è “scesa” di una posizione. Interventi confusi, del tutto umorali e privi di metodo che fanno solo capire a Google una volta di più quanto ti interessi davvero fare la differenza per gli utenti.

 

 

 

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