Ha senso comprare un sito web già esistente?

La settimana scorsa ho letto il post di un utente del gruppo dei Fatti di SEO, che chiedeva spunti per monetizzare un sito web generico acquistato da circa un anno, ma dal quale tuttavia non era ancora riuscito ad avere soddisfazioni in termini di ritorno economico. La domanda è dunque: come monetizzare un sito web generico che ha già un suo traffico?

Il potere del fare

Il potere del fare

La mia risposta è stata grossomodo: «se il sito web è “generico” allora i numeri che fai attualmente dicono tutto e niente. La prima cosa da fare è anche la più complessa: dare un’identità al progetto web. Puoi partire dagli argomenti che sembrano posizionarsi meglio su Google, ma devi anche farti due conti sul motivo per cui funzionano, ad esempio, magari ti posizioni, ma con quelle pagine non converti granché in pubblicità».

Mentre rispondevo, sperando il più possibile di far cosa utile, non potevo fare a meno che domandarmi il motivo per cui una persona intenzionata a lanciare un progetto web avesse acquistato un sito web generico, vale a dire (per definizione) privo di tematicità, insomma, un pentolone con dentro un po’ di tutto. Beninteso, non scrivo quest’articolo per criticare quell’utente, ma per tentare di mettermi nei suoi panni e magari imparare qualcosa di nuovo, o quantomeno per trarre spunto.

C’è un film con Sean Connery che si intitola “scoprendo Forrester”, in cui Connery interpreta uno scrittore divenuto celeberrimo per aver pubblicato un solo libro, definito da tutti un capolavoro della letteratura. Il vecchio scrittore del film, il cui personaggio si ispira a J.D. Salinger, elargirà preziosi consigli di scrittura a Jamal Wallace, un giovane e talentuoso aspirante scrittore che scoprirà Forrester quasi per caso, diventandone presto allievo, quasi senza rendersene conto.

Ti scrivo di questo film, perché una delle indicazioni più preziose fornite da Forrester a Wallace è di cominciare a scrivere senza curarsi troppo del cosa o del come, ma semplicemente lasciandosi trasportare dal ritmo. La prima stesura è fatta col cuore, la seconda con il cervello. Possibile che all’inizio non sia importante fare il punto sul dove si vuole arrivare? Può avere senso intanto fare un passo – anche importante – e poi dare senso al tutto solo successivamente?

Qualunque esperto di marketing ti direbbe che bisogna pianificare, pianificare e ancora pianificare. Occorre fare questi importanti ragionamenti a monte e con gli opportuni strumenti concettuali, altrimenti si perdono solo tempo e soldi. È certamente giusto, ma se ci pensi un momento, chi è un imprenditore se non colui che prima si lancia nel vuoto e poi (precipitando) costruisce un paracadute?

Certo, considerando quante aziende nascono e muoiono ogni giorno solo in Italia, ci sarebbe da dire che mediamente il paracadute costruito mentre stai precipitando di solito non viene un granché bene, tuttavia l’immagine pur forzata della persona che si lancia senza sapere bene cosa accadrà, traduce perfettamente la necessità di fuggire dall’immobilismo provocato da questa grande muraglia di raccomandazioni da cui veniamo tutti bombardati. Ti dicono come ti devi vestire, cosa devi studiare (e anche quanto), cosa mangiare e cosa è giusto pensare, fino a farti vivere nel terrore costante di non essere pronto, da cui scaturisce appunto quella fastidiosa sensazione di avere i piedi incastrati in un blocco di cemento.

Comprare un sito web “generico” senza ben capire come monetizzarlo è proprio come iniziare a scrivere col cuore, senza sapere cosa, ma lasciandosi trasportare dal ritmo, è un salto nel vuoto senza paracadute, è una mossa poco raccomandabile, ma per l’amor del cielo, è una mossa. Ed è molto meglio che star lì a domandarsi quali KPI sia meglio adottare per un progetto web che forse non sarà mai abbastanza maturo da partire.

E se non riesci a farlo funzionare avrai fallito, ma meglio fallire che non provarci affatto. Certo, è meglio non dilapidare le proprie risorse per un sito web che da solo rappresenta solo la prima pagina di un libro. Se saprai stare a questo gioco, preparati a fallire una, due, tre, cento volte, ma ogni volta fallirai un po’ meglio di quella precedente, Perché imparerai qualcosa che non può essere insegnato.

C’è una magia inspiegabile e meravigliosa che si innesca ogni volta che accendi l’interruttore del fare.

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