La chiacchiera con Carmen Laterza

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Quando ho visto il video “la frequenza che fa piangere le persone” ho subito capito che Carmen Laterza fosse una persona da conoscere meglio, non solo in quanto scrittrice, ma anche per la sua capacità di comunicare attraverso il web per promuoversi. Eccoti la nostra chiacchierata.

 

Ciao Carmen, ti va innanzitutto di parlarci del tuo lavoro e dei tuoi attuali focus?

Ciao Francesco, io sono una scrittrice indipendente, ma prima di tutto sono una editor, ghostwriter freelance e una consulente per il Self-Publishing. Negli ultimi anni, infatti, spesso i clienti che si rivolgevano a me per far scrivere e/o correggere i propri testi, poi mi chiedevano supporto anche per pubblicarli e promuoverli. Così ho aperto il sito SelfPublishingMaster.it all’interno del quale propongo i miei servizi di supporto e consulenza per gli autori che vogliono autopubblicare e promuovere i propri libri. 

Ora ho deciso di raccogliere questa mia esperienza in un corso sul Self-Publishing con il quale spero di poter aiutare molti autori ad affrontare il percorso del Self-Publishing con successo.

 

Ci descriveresti l’idea alla base del progetto “la frequenza che fa piangere le persone?”

Quando nel 2014 ho pubblicato il mio romanzo “L’amore conta” ho cercato di capire con quali mezzi potevo promuoverlo, oltre a quelli più consueti come i comunicati stampa, il booktrailer, la presenza sui social. Così ho pensato a un video virale, mi sono rivolta ad una agenzia specializzata (The Jackal, che sicuramente oggi tutti conoscono) e con loro ho ragionato su quale poteva essere il contenuto del video. Non esiste una ricetta magica per realizzare un video virale: a volte video stupidi nati per caso diventano virali mentre altri video, pensati per viralizzare, non funzionano. Di sicuro, però, alla base dell’effetto virale deve esserci una reazione forte nello spettatore, che sia di divertimento, rabbia o gioia, ed è quello che abbiamo cercato di creare con il video della “frequenza che fa piangere le persone”. 

Nel video non si parla affatto del mio libro, ma si stimolano le emozioni attraverso la leva dei ricordi, come del resto punta a fare il libro stesso. Nel mio romanzo, infatti, narro la storia di una donna fragile, che deve fare i conti con il proprio passato e le emozioni trasmesse dal video rispecchiano le emozioni rappresentate nel testo.

 

Sapresti raccontarmi l’errore più bello che hai commesso nella tua attività professionale?

Di errori ne ho commessi tanti, ma forse il più bello, perché in realtà si è poi rivelato un successo, è stato proprio far realizzare il video della “frequenza che fa piangere”. Come ho detto prima, la mia idea iniziale era quella di fare un video virale per promuovere il mio libro, cioè per venderne più copie. In realtà il video non ha raggiunto quello scopo. 

Se ho venduto molte copie del mio libro, infatti, è perché il libro è piaciuto, è stato recensito positivamente da molti blog letterari ed è stato premiato in numerosi concorsi, ma non perché le persone si sono emozionate guardando quel video. Tuttavia il numero di visualizzazioni che il video ha raggiunto ha portato visibilità al mio nome e al mio sito (in fondo, se oggi siamo qui a parlare è proprio perché tu hai visto quel video!). Quindi, ciò che inizialmente poteva sembrare un “errore” nella strategia di promozione del mio libro, si è rivelato invece lo strumento più efficace per la promozione del mio nome: in pratica, per usare gli anglicismi che vanno tanto di moda, volevo fare book marketing e invece ho fatto personal branding. 😉

 

Meglio scrivere per te stessa o per altri come ghost writer?

Sono due cose molto diverse. 

Scrivere per gli altri è innanzitutto il mio lavoro, quindi è ciò che mi dà da vivere; però è anche una cosa che mi piace molto e mi gratifica perché entro nelle storie e nelle vite delle persone e riesco a dare voce ai loro pensieri, alle loro emozioni, trovo le parole giuste per ciò che loro hanno in testa, ma non sanno come esprimere. 

Proprio perché è un lavoro, scrivere per gli altri per me è più facile, perché lo affronto con metodo, con disciplina e con il giusto distacco che invece non sempre riesco a mantenere con i testi che scrivo per me.

Scrivere per me stessa, dunque, è un processo più faticoso e sofferto, perché calibro ogni parola e sono molto severa con il mio stesso stile, ma è un bisogno vitale, a cui non posso sottrarmi. Chi scrive sa cosa intendo: ho bisogno ogni tanto di mettermi lì, di fronte a quello schermo bianco e fare i conti con me stessa. La soddisfazione che provo quando concludo un testo mio, davvero, non ha prezzo.

 

Ci sono modi diversi per far emergere scrittori in ambiti differenti?

Assolutamente sì. 

La strategia di promozione editoriale dipende fondamentalmente dal genere letterario in cui si colloca il libro: per promuovere un libro di narrativa (fiction) l’autore deve farsi conoscere, inserirsi nei contesti (virtuali e reali) frequentati dai lettori, cercare di ottenere recensioni positive; per promuovere un manuale o un saggio (non-fiction), invece, “basta” far trovare il libro là dove gli utenti andranno a cercare la soluzione ai loro problemi. 

 

Più facile vendere un saggio o un romanzo?

Un romanzo può raggiungere un numero più alto di copie vendute, ma spesso ci vuole tempo, soprattutto se parliamo di libri self, autopubblicati, in cui magari l’autore è alla sua prima opera. Inoltre per la narrativa è più difficile fare azioni promozionali mirate, perché chiunque può leggere romanzi e la predilezione di un genere letterario rispetto a un altro non è legata a fattori esterni valutabili, come l’età o il lavoro. Voglio dire che anche un rigorosissimo contabile può essere appassionato di libri romance, così come un’anziana maestra in pensione può essere divoratrice di thriller violenti. Per questo la promozione di un romanzo deve per forza essere più ampia e meno focalizzata.

Un saggio o un manuale, invece, si vende più in fretta, soprattutto se affronta un argomento che suscita interesse o, meglio ancora, se colma un vuoto formativo del mercato, e comunque si può promuovere attraverso azioni mirate a un preciso target di pubblico. 

 

Consigli ad un giovane scrittore…

Leggere, leggere, leggere. Poi cominciare a scrivere con umiltà, chiedendo consigli e accettando le critiche. E poi riscrivere, riscrivere, riscrivere.

Purtroppo molti pensano che la scrittura sia l’espressione estemporanea dei propri pensieri. Scrivere di getto va bene per una scrittura intima e personale, ma se ciò che scrivi è rivolto a un pubblico, e soprattutto a un pubblico che non ti conosce e non sa nulla di te, allora devi prima metabolizzare il concetto che la scrittura è metodo e tecnica. Questo non significa adottare schemi rigidi e ripetitivi, ma conoscere le regole per saperle piegare al tuo servizio.

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