Ma lo scambio link funziona di nuovo?

Lo scambio link fa riferimento a una pratica di posizionamento molto utilizzata nel primo decennio del 21° secolo, in particolare fino al 2008 – 2010 circa. Possibile che oggi possa tornare a funzionare, pur con tutte le innovazioni tecnologiche che hanno accompagnato l’evoluzione dei motori di ricerca? Qualcosa si muove, ma non come credi.

scambio link

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Ancora nel 2008 era facile trovare siti web che nel footer presentavano il link a una pagina interna chiamata “siti amici” o roba simile. Cliccavi sul link e finivi in una pagina che senza troppi complimenti presentava una bella (o brutta a seconda dei casi) lista di link a web directory o ad altro tipo di siti web “più o meno” a tema. In quegli anni la pratica dello scambio fine a se stessa non funzionava già più di tanto, ma fino a qualche anno prima forniva effettivamente una spinta posizionante.

 

(Brevissima) fenomenologia del link graph

Il link graph è il grafo dei collegamenti ipertestuali tra siti web per come viene elaborato, conservato in memoria e utilizzato da Google allo scopo di definire la rilevanza di un sito web in relazione ad altri che trattano lo stesso argomento o argomenti diversi. In pratica Google valuta chi sei e quanto vali (anche) in relazione ai siti web da cui ricevi backlink e a quelli che ne ricevono da te. Nel link graph entrerebbero solo i link privi di attributi nofollow, sponsored e UGC, che vengono utilizzati per contrassegnare quei backlink prodotti a seguito di una transazione economica o che per loro natura consentirebbero facilmente di manipolare il ranking, come nel caso dei commenti prodotti dagli utenti sui blog.

Nel corso degli anni la pratica dello scambio link portata avanti con finalità esclusivamente manipolativa dei posizionamenti, aveva prodotto una quantità di “rumore” nel link graph, tale da rendere sempre più difficile eseguire valutazioni corrette sull’effettiva relazione tra player web. In pratica non si capiva più se un backlink era spontaneo o costruito.

La contromisura fu penalizzare i siti web con le pagine di tipo “link amici” descritte sopra e ridurre moltissimo il valore dei singoli backlink scambiati tra siti web con Page Rank simile. Amen, da quel momento in avanti abbiamo trascorso dieci anni a raccontarvi che lo scambio link coi siti partner non serviva, perché il valore del backlink si annullava nella relazione di reciprocità.

 

Scambio link relazionale

Tranquilli è ancora così. Se vi scambiate link solo per vedere l’effetto che fa, non vedrete miglioramenti nelle serp di Google, a meno che lo scambio non avvenga con una pagina trust sul sito web della Apple, ovvero un gigante ritenuto molto (molto) affidabile da Google. Ci sarebbe da dire che anche prendere – non scambiare, prendere e basta – backlink da siti web di medio trust sembra produrre sempre meno effetti positivi nella misura in cui nessun utente dell’internet “si accorge” dell’esistenza di questi backlink. Lo scrivo per aver visto aziende spendere tanti soldi senza vedere uno straccio di risultato e con buona pace di molti colleghi che di mestiere rivendono backlink prendendoli dalle “liste magiche”.

 

Le mie conclusioni

Mi sono dunque accorto di due cose, la prima è che i backlink da siti web di medio trust producono miglioramenti nella visibilità organica nella misura in cui Google può registrare una risposta positiva da parte degli utenti che (banalmente) fanno click su quei link. La seconda, eclatante, è che alle suddette condizioni, anche i link “scambiati” producono una spinta sul ranking.

La questione dunque non riguarda il fatto che un link venga scambiato mutualmente oppure vada esclusivamente da un sito A verso un sito B, piuttosto, quante persone muove quel link? Per quanto tempo? Cosa fanno queste persone dopo aver cliccato?

Molte grosse aziende si sono già accorte di questa situazione e hanno avviato campagne di link building basate sullo scambio parallelo di articoli per i rispettivi lettori su siti web a tema, ma con modello di business diverso. Se dunque stai valutando di basare la tua strategia di acquisizione backlink sulla tattica della triangolazione di cui pure ho scritto molto, ricorda che l’unica direzione che funziona e funzionerà sempre è quella del valore.

Semplicemente, evita la SEO fine a se stessa.

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