Cos’è il Mentoring e perché tutti se ne approfittano

Il mentoring è una metodologia di formazione che fa riferimento a una relazione uno a uno tra un soggetto con più esperienza e un soggetto con meno esperienza, cioè un allievo, al fine di far sviluppare a quest’ultimo competenze in ambito formativo, lavorativo o sociale (da Wikipedia).

Mentoring

Mentoring

 

Questo è. Ora capirai che in una community di fornitori di servizi frequentata spesso da imprenditori di qualunque dimensione, il concetto stesso di mentoring possa essere frainteso se non completamente travisato. La domanda su cui oggi vorrei riflettere riguarda la possibilità di fare mentoring sul serio in piena stagione di caccia. Un po’ come domandarci come mettere d’accordo il leone e la gazzella… a patto che sia possibile.

 

L’internet volontario

A me l’internet ha cambiato la vita. Non mi ha solo dato un lavoro, ha letteralmente abbattuto i miei confini sociali e relazionali, quelli dell’immaginazione, quelli legati alla mobilità. Certo, dobbiamo sorbirci l’odio e la frustrazione di chi è ancora sulla via di Damasco, ma vuoi mettere con tutte le possibilità che ci ritroviamo? Posso raggiungere in un attimo professionisti importanti nel mio settore che abitano dall’altra parte del mondo e allo stesso tempo posso essere raggiunto da loro con la stessa facilità. Ok, gli anni ’80 sono stati una figata, però il massimo della socialità era sfoggiare le Timberland nella piazza del paese e il massimo della connettività era il baracchino con le sue lucette colorate e l’antenna sul tetto del palazzo. Erano le prime chat room, via radio. Affascinanti quanto antiche.

[adrotate banner=”1″]

Ora il web ci chiede di restituire qualcosa di tutto ciò che abbiamo “preso” facendo volontariato verso chi si trova all’inizio di un percorso professionale. È una cosa a conti fatti non semplice, perché tutte queste nuove possibilità ci accelerano i processi creativi, ma ci restituiscono una percezione del tempo sempre più stretta. Appena ci fermiamo un momento abbiamo la sensazione di star perdendo chissà quale opportunità. Questo ci rende spesso incapaci di ascoltare davvero il prossimo, soprattutto quando il prossimo siamo noi stessi. In tempi remoti il saper perdere tempo era considerato una virtù delle fasce abbienti, oggi è una colpa per chiunque. Eppure tutto ciò rimane un fenomeno legato alla percezione (ormai) collettiva della realtà cybernetica, indomabile e in rapido divenire. Siamo fregati?

No, non lo siamo. In questo turbine impazzito fatto di novità imperdibili e percorso da mille treni che passano una volta sola, il mentoring ci appare come l’attività antieconomica per eccellenza di preparare gratis i nostri futuri concorrenti investendo in essi il nostro tempo. In realtà – e credo non tutti lo capiranno – in questo momento così critico per l’evoluzione delle coscienze, è l’unica scelta saggia possibile. Fermarsi e offrire il proprio tempo a perfetti sconosciuti.

 

I problemi del mentoring su internet

Ora che spero di averti chiarito cosa sia il mentoring, permettimi di lasciarti un piccolo promemoria su cosa NON è.

Rivolgendomi sia agli erogatori che ai destinatari, mi piace puntualizzare che il mentoring non è una possibilità in più per accaparrarsi nuovi clienti e non è un modo per scroccare una consulenza aggratis. Nella sua essenza è VOLONTARIATO. Lo fai perché ti va, senza aspettarti niente in cambio, ed è questa la sua forza incredibile, un valore che probabilmente non riuscirai a cogliere perché hai troppa fretta di far bene e vivere la tua vita… a patto che sia davvero tua.

 

Cosa è veramente il mentoring e perché devi occupartene

Il mentoring su scala globale rappresenta il senso ultimo della rete internet per come è stata concepita da chi l’ha creata e per come ci hanno riflettuto sopra personaggi della caratura di Paul Virilio, Nicholas Negroponte, Pierre Levi e il mio “mentor” Derrick de Kerckhove. Certo, le cose stanno prendendo una piega un po’ diversa dalle idee di partenza e nel video qui sotto il vecchio Derrick ne prende atto, ma ciò non significa che questa non sia ancora più che valida e auspicabile. Si tratta di capire che ad un certo punto non ci sarà più bisogno di lavorare come disperati, perché avremo compiuto un percorso di consapevolezza che sarà stato accelerato dal web e facilitato dalle (pur superate) logiche dell’intelligenza connettiva.

Succederà. Tanto prima, quanto prima capiremo che siamo tutti collegati al di là di uno schermo e di una connessione veloce.

 

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.