Ecco perché NON devi puntare tutto su Google

È l’articolo più improbabile mai scritto da un SEO, o forse il più intelligente che uno di noi possa concepire, decidilo tu. Negli ultimi giorni Google ha dichiarato di aver lanciato un importante aggiornamento del proprio algoritmo per l’attribuzione di ranking nei risultati organici, come succede più volte ogni anno. Gli aggiornamenti più importanti arrivano spesso all’inizio di agosto, periodo di piena ripresa delle attività lavorative nei paesi nord europei come credo negli Stati Uniti, mentre qui in Italia, a seguito di notizie come quella riportata nel tweet proposto qui in basso, volano improperi vari o proprio bestemmie dal momento che come sai bene, la maggior parte di noi va in ferie proprio in questo mese.

Google aggiornamento estivo

E niente, all’improvviso una volatilità pazzesca sui progetti editoriali importanti che arrivano a perdere il 40% del traffico in 48 ore. Da Google mettono le mani avanti affermando che probabilmente se perdi traffico non è per una questione di qualità, e che magari non c’è niente di male nel tuo sito.

Unico suggerimento, continuare a lavorare su contenuti di qualità, perché probabilmente si guadagnerà altrove ciò che si è perso. Si conclude che nelle prossime due settimane si ballerà parecchio.

Detto ciò, è interessante questo tratto da search engine journal che riporto pari pari:

Here is what you should be doing:

  • If you see a bad search result, study it. Try to understand why an irrelevant web page is at the top.
  • If your site dropped in rankings, wait. The search results may change. The change may come in days. Sometimes the biggest changes happen in ten to fifteen days.
  • If your site dropped rankings, study the top performers. Try to understand why users may feel that site is more relevant. This will give you insight into how the algorithm may have changed.

In sostanza si dice di aspettare e intanto studiare le pagine che hanno guadagnato pur essendo scarse e quelle che hanno perso pur essendo valide. Si suggerisce di fare lo stesso anche per i concorrenti, per raccogliere quante più informazioni possibile.

 

Cosa deduco da questa situazione

Google evolve continuamente, ma spesso per avere un motore di ricerca sempre migliore c’è un prezzo da pagare. Probabilmente nei prossimi mesi molte persone perderanno il lavoro a causa di pesanti emorragie di traffico su siti web aziendali, e-commerce o (soprattutto) grossi progetti editoriali. È probabile che molte aziende chiuderanno, avendo puntato tutto sulla visibilità organica. Oppure no, può darsi che le cose torneranno a posto da sole nelle prossime due settimane e chi avrà sempre lavorato in modo pulito, creando valore, non avrà niente di cui preoccuparsi.

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La domanda è: perché correre questo rischio più volte l’anno? Dal mio punto di vista  – e di mestiere faccio SEO –  puntare tutto sulla sola visibilità organica è proprio da sciagurati, fosse solo perché domani mattina quelli di Mountain View possono cambiare le carte in tavola e ripiombarti nel più fragoroso anonimato. Ormai lo ripeto quasi ogni giorno: non è questione di essere primi su Google, ma di venire in mente alle persone. Se il tuo posizionamento è di questo secondo tipo, non ci saranno grossi problemi in caso di calo dei posizionamenti. Conta non essere uno tra i tanti, conta avere una reputazione, contano le cose che sto per raccontarti.

 

Come curare la propria reputazione online

A me fanno pensare quei marketers che dispensano consigli e ti dicono che devi “presenziare” sulle piazze, i gruppi, le community e ogni anfratto del web partecipato, salvo che ti accorgi di loro solo perché (e fin quando) fanno post sponsorizzati su facebook. Questo tipo di posizionamento crolla come un sacco di patate il giorno dopo che interrompono lo “spiccioletto” quotidiano nel salvadanaio di Mark. La cosa bella è che queste stesse persone ti dicono che non esistono scorciatoie… vabbé. Sì, le sponsorizzate sono un’ottima cosa, ma solo se utilizzate a fronte di una presenza vera sulle piazze orizzontali tematiche in cui le persone si confrontano ogni giorno o chiedono supporto rispetto a problemi concreti. Vera, non a parole.

Se investi realmente il tuo tempo per migliorare un pochino l’esperienza digital di altre persone, se lo fai con cognizione di causa, con pazienza, in modo garbato e con perseveranza, entro un anno avrai probabilmente costruito un posizionamento autentico, del tutto indipendente dal lavoro degli ingegneri di Google o dal prezzo delle campagne sponsorizzate.

Chi ti scrive non ha speso un euro in pubblicità e non controlla le visite organiche sul proprio blog da 5 anni. Chi ti scrive si fa “il mazzo” per far crescere una community, per esserci davvero quando c’è bisogno, per ascoltare, partecipare e rispondere.

Chi ti scrive ha un’idea molto alta del concetto di “posizionamento”. Soprattutto, chi ti scrive non è dotato di alcun super potere.

Almeno credo.

 

One Response

  1. Andrea Pilotti 07/08/2018

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