Quando Google smette di funzionare

La settimana scorsa, in particolare lunedì 14 dicembre, Google ha reso inaccessibili diversi servizi tra cui YouTube, GMail e tutta la Google suite, compresi Google Documents e la piattaforma per le videoconferenze Google Meet. Il downside è durato solo poche ore, ma ha comportato enormi disservizi come l’interruzione della didattica a distanza (DAD) e cali della produttività aziendale in tutto il pianeta. Insomma, come si dice in questi casi, bene, ma non benissimo.

GoogleDown

GoogleDown, è quindi?

Abbiamo imparato una volta di più che se Google va per terra ci andiamo pure noi. E non importa nemmeno dire che non usiamo questi servizi, perché ormai sono talmente penetrati nel tessuto sociale che ne siamo utenti anche senza fruirne direttamente. Benedetto Croce diceva che nella modernità occidentale siamo tutti cristiani, anche i non credenti, perché non il credo, ma i “valori” del cristianesimo sono penetrati nella cultura fino a definirne la morale. Cosa è giusto e cosa è sbagliato viene percepito tale in virtù dei valori del cristianesimo. Di cosa parlo? Del passato come problema da risolvere (peccato originale), del presente come cammino di redenzione e del futuro come promessa di salvezza. Il Cristianesimo vince sulla cultura greca perché promette l’immortalità dell’anima nel futuro. Parlo del cristianesimo di Sant’Agostino ovviamente, non di quello dei testi sacri, che invece non tiene l’anima in nessuna considerazione. Ma non divagherò su questo punto.

 

Che rapporto ha Google con l’occidente?

Possibile che nessun collega abbia ancora scritto un libro su quest’argomento? Così come siamo tutti cristiani perché ci portiamo dietro la legge morale cristiana, allo stesso modo siamo tutti utenti di Google, anche solo perché siamo connessi al web e pur senza utilizzarlo. Lo siamo intanto perché crediamo in un motore di ricerca che ci dice quali informazioni sono più attendibili, quali video sono più pertinenti, quali messaggi vanno aperti prima. È certamente una morale parallela e non alternativa a quella cristiana. Ci si adagia di fianco e ci striscia dentro fino a influenzare decisioni serie come la scelta di un professionista, l’acquisto di un’auto nuova o di una casa, finanche la ricerca di sé.

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E se non accedi affatto all’internet poco cambia, perché tutte le persone che hai intorno ci sono dentro fino al collo e certamente la maggior parte di esse usano i servizi di Google per accedere all’informazione se non proprio per lavoro. E con una pervasività tale non c’è più modo di uscirne. Ecco che se Google va giù per qualunque motivo, l’intera civiltà occidentale viene colta da un sottile senso di angoscia che si concretizza nella paura di un futuro ignoto. Parlo proprio di quell’angoscia che ha permesso al cattolicesimo di crescere e svilupparsi, fornendo la risposta a quella domanda priva di significato per la cultura greca: cosa ne sarà di me dopo la morte?

Perdere Google è un po’ come morire nell’ignoranza di cosa accadrà. E se pensi che stia esagerando vai a rivedere cosa è successo sulle bacheche personali di tutti i tuoi amici lunedì scorso. Facebook e Twitter sono diventati un florilegio di post più o meno sensazionalisti sul #Googledown (cerca proprio questo hashtag), con messaggi che dall’ironico al catastrofista hanno coperto un po’ tutti gli stati d’animo tipici di chi anche solo per un momento se l’è vista brutta.

 

Che importa, useremo un altro motore di ricerca

Come dire che morto un Papa se ne fa un altro, giusto? Io me lo sono chiesto, come certamente avrai fatto anche tu. E se Google di punto in bianco semplicemente sparisse? E se capitasse lo stesso anche per facebook e per gli altri contenitori massivi sul web? Certo per tanti sarebbe il collasso delle attività finanziarie, una specie di apocalisse morbida, ma per altri sarebbe come aprire la finestra e far entrare una bella ventata nuova, pulita, intimamente rinfrancante.

Te lo stai chiedendo vero? Te lo chiedi cosa c’entra col cristianesimo? Hai fatto caso a quanto quest’ultimo passaggio non sia altro che la versione digital dell’Apocalisse di San Giovanni?

E tu cosa faresti? Da che parte stai?

 

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