Storie di local marketing

Cinzia De Falco con la sua agenzia 667 Agency si occupa di attività locali applicando efficaci e collaudate strategie di Local Marketing, sfruttando tutto il potenziale di Google Business Profile, Google Express, Google Ads, SEO e posizionamento. 

Ha scritto “Storie di local marketing” per Flaccovio editore. Di seguito vi propongo le risposte alle domande che ho pensato di sottoporle. A tutti, buona lettura e buon lavoro.

Ciao Cinzia, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?

Attualmente sono Marketing Manager di 667.Agency, quindi, coordino un team di collaboratori fantastici e meritevoli su progetti di digital marketing. Il core business resta la lead generation e il neuromarketing ma io, parallelamente, ho creato uno spin-off di 667.Agency dedicato esclusivamente alle attività locali: Marketing per Negozianti che oggi è anche un podcast che pubblica ogni martedì una nuova puntata sul tema local. Sono riconosciuta come esperta di local marketing tanto da essere ospitata come speaker ad eventi sul marketing come SMAU, Web Marketing Festival, Pharmexpo, BMT, Woman Talk ecc. Faccio anche tanta tanta formazione e consulenza per le attività locali e nel novembre 2020 ho pubblicato il mio libro con Flaccovio Editore “Storie di Local Marketing”.

Quale struttura hai scelto per il tuo “Storie di local marketing” e a chi è rivolto?

Qualcuno dice che ho utilizzato magistralmente l’arte dello storytelling, tuttavia io sono solo me stessa che racconto in modo concreto e reale la vita quotidiana di chi, cliente o negoziante, affronta ogni giorno le proprie sfide. Da dove sono partita per fare tutto ciò? Da me, dal mio vissuto.

Sono nata in una grande città della provincia di Napoli, per questo ho assistito all’intero ciclo di vita proprio delle attività a carattere locale: dagli albori al declino, fino alla rinascita di questi ultimi anni. La mia storia fatta di abitudini, quotidianità, esperienza e attenzione verso i fenomeni intorno a me, mi ha portato prima ad osservare il cambiamento, interiorizzarlo, studiarlo per poi farne una vera e propria professione che da oltre dieci anni rappresenta la mia più grande passione.

Un Libro, quindi, per metà fatto di storie vere, episodi realmente accaduti, che mi hanno ispirato e fatto tirar fuori gli strumenti per portare al successo le attività sul territorio e, per metà, fatto di tecniche, strategie, consigli, suggerimenti pratici da adottare fin da subito.

Esistono business locali in cui è più difficile trovare e fidelizzare nuovi clienti?

In linea di massima le attività che fanno più fatica a trovare clienti sono le libere professioni, quindi: avvocati, consulenti, architetti, medici ecc. Qui domina incontrastato il passaparola tradizionale, quello strettamente territoriale, si chiede a chi ha fatto già esperienza e ci si affida molto alle relazioni personali. Per il processo di fidelizzazione, sembrerà strano, ma sono proprio le attività nel mondo del food ad avere maggiore difficoltà. Oggi viviamo in un mondo dove ristoranti, pizzerie, pub spuntano come funghi , in più le persone amano spostarsi, provare posti nuovi, fare esperienze diverse. Quindi questa categoria di attività deve diciamo impegnarsi di più rispetto ad altre, deve mantenere la relazione, curare molto l’approccio, il rapporto personale con il cliente, deve essere sempre attento e non trascurare nessun dettaglio affinché diventi e resti il “primo amore”.

Per quali business locali funzionano meglio i social e per quali altri la scheda MyBusiness?

Partiamo da due concetti totalmente diversi. Come dico sempre ciò che vince è la multicanalità. Oggi non possiamo escludere dei canali rispetto ad altri, ogni canale ha una sua peculiarità e un obiettivo ben preciso. Facebook così come Instagram va sulla notorietà, sulle visualizzazioni, sull’engagement, sulla scoperta, con Google Business Profile le cose sono totalmente diverse, qui entra in gioco la ricerca spontanea e consapevole dell’utente che ha bisogno in questo preciso momento o di risolvere un problema o soddisfare un desiderio. Siamo molto più avanti nel processo di acquisizione. I post di Google Business Profile valgono come posizionamento, questo vuol dire che se un utente sta cercando in questo preciso momento una determinata parola chiave relativa al nostro business e magari noi abbiamo scritto un post proprio con quella parola chiave o simile, siamo degli ottimi candidati e Google di certo ci offrirà all’utente come probabile scelta.
In conclusione, la risposta è che non è possibile scindere le cose, non ci sono business locali che funzionano meglio sui social e altri su Google. Un’attività deve saper stare su ogni piattaforma, declinando sapientemente i contenuti in base alla natura del canale. Di certo per le attività locali è impensabile “sacrificare” proprio Google Business Profile, lo strumento di business per eccellenza creato da Big Google proprio per le attività a carattere locale.

Come approcciare al copywriting per le attività locali?

Il copywriting, soprattutto per le attività locali, è un tasto molto dolente. Spesso mi ritrovo a dover gestire i profili Google di clienti in cui regna l’autocelebrazione, niente di più sbagliato! Tutti si affannano a scrivere “leader nel mercato da trent’anni…”, “da più di cinquant’anni sul mercato…”, “da generazioni in generazioni…” senza pensare che all’utente che cerca non frega assolutamente nulla di quanto siamo belli e simpatici ma vuole soltanto e velocemente cercare la risposta ad una sola domanda, ovvero: “io cosa ci guadagno?”.

Lo sforzo che deve quindi compiere un business locale è quello di individuare in maniera precisa il proprio pubblico e di scrivere per quello. Rivolgersi a lui con una domanda diretta, farlo sentire chiamato in causa, fargli percepire che ci si sta rivolgendo esattamente e solo a lui, dare la sensazione che si conosce perfettamente il suo problema, le sue esigenze, la sua situazione e offrigli soluzioni concrete. Lo schema nello scrivere deve sempre essere questo: problema – esasperazione del problema – soluzione – beneficio. L’ultimo elemento, il beneficio, è qualcosa di molto potente ma che pochi applicano, insomma una volta che abbiamo dato la soluzione (i nostri prodotti o servizi) all’utente, spostiamolo poi nel futuro, in uno scenario positivo, facciamogli già immaginare cosa vivrà e come si sentirà dopo aver fatto esperienza con noi. In ultimo ricordiamoci di emozionare, siamo degli esseri che agiscono esclusivamente sulla base delle emozioni anche se vogliamo convincerci del contrario.

In ultimo, ci lasci qualche link per restare aggiornati sull’argomento?

Certo! Lascio il link per iscriversi alla mia newsletter settimanale https://www.667.agency/newsletter-cinzia o per chi invece preferisce ascoltare i podcast, può seguire il mio Marketing per Negozianti, ogni martedì una nuova puntata sul mondo local.

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