Dove trasferirti se lavori come freelance

Sei un freelance e vivi in Italia. Il lavoro va bene e guadagni abbastanza da mettere su famiglia, ma da un po’ di tempo hai difficoltà a dormire serenamente pensando ad alcuni aspetti del vivere in Italia che cominciano a starti stretti.

dove trasferirti se lavori come freelance

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Perché andare via

Nello specifico sei molto dispiaciuto perché paghi più tasse che in tutto il resto d’europa e in cambio ricevi servizi mediocri, erogati con approssimazione da enti pubblici e partecipati gestiti in modo spesso improbabile.

Allo stesso tempo consideri che i tuoi figli frequenteranno le scuole primarie e secondarie in Italia e invece di crescere nella cooperazione, impareranno a competere ed essere più furbi degli altri, insomma, impareranno ad essere italiani. I loro insegnanti saranno persone già stanche per aver sostenuto prove di abilitazione assurde senza sapere perché, intanto il metodo Montessori era nostro e adesso lo usano altrove.

Sei anche dispiaciuto del fatto che ogni giorno perdi almeno un quarto d’ora per risolvere una questione nuova legata alla fiscalità. Ti domandi il motivo per cui in Italia cambiano regole e cavilli ogni 6 mesi, intanto vivi sotto lo scacco del tuo commercialista, unico sommo detentore della verità. Intanto ai freelance Olandesi nemmeno serve il commercialista, per dire.

 

Perché rimanere

Ho trattato spesso l’argomento “perché rimanere in Italia” e nonostante quanto ho scritto sopra, penso sia possibile restare qui e vivere felici a patto di delocalizzarsi. Sì, il mio punto di vista è che le grandi città italiane sono posti belli da visitare, ma sostanzialmente tremendi per viverci, e quelli che sostengono il contrario spesso non hanno visto altro o c’hanno l’attico di 240 metri quadri con vista su Piazza Navona.

Da quando mi sono trasferito a vivere in campagna ho riscoperto i benefici del nostro clima, i sapori della nostra tavola, il piacere del silenzio e la ricchezza dello spazio. L’Italia è un paese meraviglioso… tuttavia (e purtroppo) culturalmente siamo a pezzi e non lo sappiamo.

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Vuoi andare a vivere all’estero?

In attesa che gli italiani si rendano conto che ormai a livello culturale la nostra superiorità è limitata all’utilizzo del bidè, ci sono tre mete che negli ultimi anni vanno per la maggiore: Malta, Gran Canaria, Chiang Mai.

 

Malta

Ne parlano come di una perla incastonata nel mediterraneo. Uno stato piccolo piccolo a 80 chilometri dalla Sicilia, composto da 8 isole di cui solo due abitate, Malta e Gozo. È un luogo fondamentalmente libero e senza criminalità, privo di corruzione e multiculturale, sebbene risenta dei problemi dati dall’isolamento, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico.

Gran Canaria

Servizi europei, gente pacifica, sole tutto l’anno, insomma un paradiso verso il quale già molti colleghi hanno già deciso di trasferirsi. Le Canarie sono convenienti anche rispetto alla fiscalità ed è forse questo il motivo per cui pare che ultimamente il governo spagnolo stia mettendo più restrizioni per chi vuole ottenere la residenza lì. Occorre muoversi per tempo.

Chiang Mai

Qui non è questione di trasferirsi da un’altra parte, ma proprio di cambiare pianeta. Chi ci è stato racconta che è come vivere nel film “Laguna blu”, con l’unica differenza che ci sono tutti i servizi tecnologici avanzati e la vita costa pochissimo. È uno dei luoghi del pianeta con la migliore qualità della vita… però manca il bidè.

Per approfondire

Quanto costa vivere a Chiang Mai in Thailandia

https://www.italiansinfuga.com/2016/05/04/vivere-a-malta-pro-e-contro/

https://www.aprireazienda.com/trasferirsi-vivere-a-gran-canaria/

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