La chiacchiera con Annamaria Testa

Descrivere Annamaria Testa non è facile. Io la seguo dai tempi dell’uscia del libro Farsi capire, ma sono arrivato tardi, perché Annamaria si occupa di comunicazione dal 1974 (non so se mi spiego). Chi non la conoscesse dunque, può leggere di lei nel suo sito web personale, intanto vi riporto il resoconto della nostra chiacchiera.

 

Ciao Annamaria, qual è l’errore più bello che auguri a chi lavora in comunicazione?

Sottostimare le potenzialità di un progetto o di un’intuizione.

 

Secondo te le università che formano i futuri operatori della comunicazione, stanno facendo un buon lavoro?

Difficile generalizzare. Direi che fanno del loro meglio, ma che i risultati non sempre corrispondono alle aspettative. E poi, dai: alcune delle capacità necessarie per comunicare (per esempio: saper scrivere e argomentare. O saper strutturare un pensiero e sviluppare un’idea. O avere gusto e senso dell’equilibrio formale. E così via) si imparano prima dell’università, che può eventualmente aiutare ad affinarle, ma solo a patto che già ci siano buone competenze di base. 

Infine: il lavoro della comunicazione conserva una componente empirica e artigianale che, credo, ancora oggi si acquisisce solo attraverso un severo apprendistato sul campo.

 

Il web e la televisione si inseguono a vicenda. Chi arriverà primo?

Il web è già arrivato primo. Ed è dappertutto, con oltre tre miliardi di persone connesse nel mondo, che idealmente possono accedere, da dovunque, a qualsiasi contenuto. 

 

A proposito, che ne pensi di un tasto sul telecomando con su scritto Salta l’annuncio, come nei video su YouTube?

C’è già, almeno su alcuni telecomandi, ed è il tasto “pausa”. Metti in pausa, vai a cucinare o a fare una telefonata o qualsiasi altra cosa, torni e premi “avanti veloce” saltando tutta la sfilza dei telecomunicati. 

 

Più facile fare comunicazione politica o aziendale?

Molto più facile fare comunicazione per le imprese: c’è maggior chiarezza sui tempi, sugli obiettivi, sui pubblici, sugli interlocutori e i processi decisionali, sulle promesse da fare, sulla possibilità reale di mantenerle… eppure la comunicazione politica resta una sfida affascinante sotto il profilo professionale. E un ambito in cui si potrebbe fare molto.

 

Per concludere, come si fa a diventare Annamaria Testa?

Ahah, non ne ho la minima idea. E non so neanche quanto sia consigliabile. 

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