Quando fare digital PR e perché

Francesca Anzalone

Francesca Anzalone

L’ho chiesto a Francesca Anzalone, che oltre ad occuparsi di comunicazione integrata online e offline, ha scritto un libro per Hoepli dal titolo “Ufficio stampa e digital PR“, che si pone in letteratura come l’anello di congiunzione tra le attività più classiche di costruzione e posizionamento del brand a quelle social, più attuali e inserite nel dominio digitale.

Non ho resistito alla tentazione di farle una domanda sui motori di ricerca…

 

Ciao Francesca, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?

I miei focus lavorativi sono ufficio stampa, digital PR e social, legati prettamente alla costruzione e posizionamento dell’azienda, del brand, del prodotto o del servizio.

Si distribuiscono in vari settori dall’Innovazione alla Cultura, all’Industria per arrivare al Fashion e al Beauty.

Mi occupo della comunicazione integrata, del coordinamento tra offline e online che non possono non essere complementari e creo e costruisco relazioni sia virtuali da trasformare in “strette di mano” che in presenza da proseguire online attraverso un dialogo costante tramite social, newsletter, webinar, e azioni creative che ingaggino il più possibile.

 

Cosa ti ha richiesto più sforzo per la scrittura del tuo ultimo libro?

Lo sforzo maggiore è stato raccogliere le idee per soddisfare tutte le domande a cui volevo rispondere. Come avrai letto il libro è un viaggio di venti anni nel web che ha come obiettivo quello di far comprendere al lettore il perché oggi siamo qui e utilizziamo questi strumenti. Punta soprattutto alla consapevolezza del web: opportunità ma anche prevenzione dei rischi nei quali si può incorrere.

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Una volta identificato quello che erano i contenuti e le tre sezioni attraverso le quali trasferire gli argomenti (una di scenario, una operativa e una pratica con schede) è stata una stesura di getto. 

 

Come definiresti le digital PR e in quali casi le ritieni più utili?

Digital PR sono tutte quelle azioni che nel web mettono in relazione un messaggio con un target identificato. Si basano su una visione consapevole di quello che si deve trasmettere con valori positivi e si inizia a identificare l’interlocutore corretto al quale fare avere il messaggio. È sicuramente un rapporto umano, di fiducia che non deve essere percepito come inopportuno o invasivo, ma che offre un beneficio al destinatario. Le ritengo utili sempre, perché lavorano per promuovere i contenuti sul sito, perché aiutano ad aumentare la fidelizzazioni su un social, perché rappresentano il “lato umano del web” nella sua natura: ovvero di relazione o connessione.

 

Quando invece ha meno senso svilupparle?

Quando non si ha nulla di buono da raccontare mi verrebbe da dire. Ovvero quando parliamo di prodotto che non ha in sé una storia, dei valori, un pensiero profondo, allora in questi casi è meglio lavorare di ADV. Ma dove c’è notizia, novità carica di aspetti importanti, allora vale la pena investire nelle digital PR. 

 

Si possono ottenere link utili alla SEO facendo digital PR? Se sì, come?

Sì se pensi alla Press Room Digitale che oggi non deve mai mancare. In questo caso il lavoro risulta ancora più efficace tra posizionamento e attività di Digital PR. Le azioni di “connessione” e quelle legate alla SEO si sposano perfettamente. Nel mio libro c’è proprio una parte dedicata a questo attraverso un’intervista a Fabrizio Ventre con cui oltre ad una grande stima professionale ho un bel rapporto di amicizia che ci ha portati più volte a trovare il punto di congiunzione nel piano editoriale. Un buon piano editoriale supporta l’attività delle PR digitali, del social media manager, dell’ufficio stampa e del SEO che sa esattamente la direzione che si è intrapresa, la partenza e l’arrivo.

 

Ti è mai capitato di notare una correlazione tra digital PR e posizionamento su Google?

Sì, ogniqualvolta una webzine supporta l’attività con i media e che “accompagna” esattamente la visione anche tramite le parole chiave. Diciamo, e su questo ritorno più volte sul volume, che una chiara rappresentazione – io vivo di mappe concettuali per formazione accademica – permette a ciascuno di collocare esattamente tutti i nodi all’interno di un disegno, descriverli al meglio e metterli in relazione. Ognuno, come puoi vedere, ha il suo ruolo e la sua competenza specifica per far sì che il disegno sia completo e sicuramente performante.

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